domenica 8 maggio 2016

Commemorazione in ricordo di Eusebio Giambone, Medaglia d'Oro al Valor Militare, Camagna Monferrato

Si è tenuta domenica 8 maggio 2016 a Camagna Monferrato l'abituale commemorazione in ricordo di Eusebio Giambone, partigiano ed operaio italiano, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Autorità ed alcune delegazioni si sono ritrovate nel paesino in Piazza Lenti per deporre corone di fiori alle lapidi dei partigiani.
Hanno successivamente formato un corteo per raggiungere la casa del Partigiano.

In via Martire Giambone si è tenuta l'orazione ufficiale.




Chi era Eusebio Giambone?

Figlio di un ferroviere che era stato trasferito a Torino, Eusebio, dopo aver frequentato una scuola tecnica, trovò il suo primo lavoro, come tornitore, in una piccola officina. Nel primo dopoguerra, membro della Gioventù socialista, ebbe modo di conoscere Antonio Gramsci e il gruppo di militanti organizzati intorno a L'Ordine Nuovo. Nel settembre del 1920, Giambone partecipa all'occupazione delle fabbriche. Assolto in un processo nel quale lo si accusava di aver fabbricato illegalmente armi automatiche, il giovane s'impegna, al sorgere del fascismo, nelle squadre di difesa operaia. Nel dicembre del 1922, dopo le violenze dei fascisti di Brandimarte a Torino, fu costretto a riparare in Francia. Vi restò tredici anni e per tutto quel tempo fu uno dei dirigenti, nella regione del Rodano, dell'Unione popolare italiana, che organizzava i nostri emigrati. Nel 1937 Giambone fu colpito dalla morte di uno dei suoi quattro fratelli, Vitale, caduto in Spagna, combattendo a Huesca contro i franchisti. Nell'inverno del 1940 l'emigrato italiano è arrestato a Lione, dove abitava con la famiglia, incarcerato e poi internato nel campo di Vernet. Quando, nel luglio del 1941, i francesi di Vichy consegnarono Giambone alla polizia italiana - dopo avergli fatto attraversare ammanettato mezza Francia - dovette scontare il confino a Castel Baronia (una piccola colonia di internamento in provincia di Avellino), sino a che Mussolini non cadde. Pur avendo la possibilità di attendere in Campania l'imminente arrivo degli Alleati, nell'agosto del 1943 Eusebio Giambone riesce, dopo un viaggio avventuroso, a raggiungere Torino, dove riprende subito l'attività politica e, dopo l'armistizio, cura l'organizzazione della Resistenza nelle fabbriche della città. Rappresentante del PCI nel primo Comitato militare del CLN regionale piemontese, Giambone diede un gran contributo alla creazione della rete organizzativa militare del capoluogo piemontese. Il 31 marzo del 1944, catturato dalla polizia fascista con altri membri del Comitato, il dirigente comunista, gravemente compromesso dai documenti che gli erano stati trovati addosso, seppe affrontare con grande coraggio gli interrogatori e il processo, rivendicando il diritto di battersi per la libertà. Prima di essere fucilato, con sette dei suoi compagni di lotta, da un plotone di militi della Guardia Nazionale Repubblicana al Poligono del Martinetto, Giambone scrisse alla moglie Luisa e alla figlia Gisella due lettere, che rimangono tra i documenti più elevati della Resistenza e che, nel 1952, sono state pubblicate nel volume Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana. Dopo la fucilazione di Eusebio Giambone, hanno preso il suo nome la XIX Brigata Garibaldi e un distaccamento della 181ª. Dopo la Liberazione, la città di Torino ha dedicato una strada all'eroico combattente antifascista.
È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

sitografia: it.wikipedia.org

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